FABRIZIO BRESCHI IN VISITA AL Mo.C.A.

Gradita visita del pittore livornese questa mattina alla Galleria Civica, per un incontro con l'assessore alla cultura Alessandro Sartoni. Nato a Livorno nel 1950, Breschi rivela un talento precoce nella pittura tanto da partecipare ad un concorso già a 6 anni con un dipinto a olio, respinto perché creduto opera di un adulto. Al Liceo Artistico a Firenze è allievo di insegnanti della levatura di Quinto Ghermandi, Piero Bigongiari, Dino Caponi e Gastone Breddo. Nel 1969 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, sezione Pittura. Breschi ritrova come insegnante Gastone Breddo e comincia per lui un periodo stimolante di approfondimento culturale e di confronto costante con i classici e col contesto rinascimentale di Firenze. Nel 1973, poco prima della fine del corso di studi, conosce il pittore e insegnante Aldo Turchiaro, che quell’anno era succeduto a Primo Conti nella cattedra di Pittura dell’Accademia e che intravvede in Breschi un valido collaboratore, tanto da proporgli di diventare assistente della cattedra stessa. Si susseguono nel frattempo incontri con galleristi, artisti, attori (in primis Marcello Mastroianni), che lo inciteranno a continuare e ne acquisiranno numerose opere. Fino al 1985 rimane all’Accademia di Belle Arti di Firenze e dopo la vittoria di un concorso nazionale decide di trasferirsi all'Accademia di Brera a Milano, dove ottiene la cattedra di pittura. Diventa così il più giovane insegnante di Pittura nella storia di Brera. Il direttore dell’Accademia è Andrea Cascella, fratello di Pietro. Comincia così un intenso periodo didattico e creativo che lo porta a maturare i canoni estetici che lo caratterizzano con l’adozione di un contesto post industriale, popolato di simpatici ed emblematici robot dalle mille storie talora di carattere autobiografico. Nel tempo si susseguono le partecipazioni a prestigiose rassegne d’arte come la Biennale di Milano del 1994, a mostre collettive e personali tenute in Italia (MiArt), negli Stati Uniti, in Grecia, Inghilterra, Francia, Ungheria, Giappone e Svizzera. Memorabile la mostra del 2001 presso il Museo di Arte Cicladica Goulandris ad Atene, proprietà dell’omonima magnate, che esporrà un’opera di Fabrizio Breschi tra un Rothko e un Picasso. Breschi tornerà ad Atene l’anno successivo per posizionare sulla facciata del Museo una sua opera consistente in una installazione luminosa. Il 2003 è l’anno del ‘ritorno’ in patria, poiché Breschi decide di trasferirsi presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove ritrova l'amico di sempre Franco Franchi, presente al Mo.C.A. con alcune opere. L’anticipato ritiro dall’insegnamento del 2007 è a tutto vantaggio di una dedizione assoluta alla produzione d’arte e ad eventi espositivi in Italia e all’estero. Nel 2009 Roberto Russo avvia una profonda ed analitica riflessione sull’intera produzione di Breschi, dedicandogli la prima mostra antologica presso l’Ecomuseo dell’Alabastro di Castellina Marittima e una monografia nel 2012. Seguono numerose mostre personali e collettive (Firenze Uffizi, Livorno, Cremona, Pietrasanta, Piacenza, Pontedera Museo Piaggio) in cui vengono apprezzate dal pubblico e dalla critica l’articolazione dei temi e le innovative soluzioni pittoriche. Nella primavera del 2016 Fabrizio Breschi ha esposto ai Granai di Villa Mimbelli con la mostra antologica “Breschi” ( opere dal 1976 al 2016) dove già era esposto un modellino della grande V di piazza Attias, inaugurata nel 2018. Recentemente è stato onorato dal comune della sua città con una sua antologica al Museo Civico Giovanni Fattori; dal 5 ottobre 2021 è Accademico Onorario dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.