Montecatini Alto
Ultima modifica 3 marzo 2024
Montecatini Alto, nucleo originario di Montecatini Terme, ne rappresenta il naturale centro storico. Detto anche "il Castello", si distende con i suoi edifici di origine medievale sulla morbida collina, definita "colle lunato" per la forma concava e allungata, simile a una falce di luna sdraiata.
La posizione strategica vide il colle trasformato in un imprendibile baluardo di frontiera conteso da lucchesi, pisani e fiorentini, difeso da una cerchia di possenti mura lunghe circa 2 chilometri, da sue fortezze e 25 torri. Fu anche il centro di numerose dispute tra guelfi e ghibellini, finché dovette sottomettersi alla Repubblica di Firenze, nel 1330, dopo ben undici mesi di assedio. Il Castello fu di nuovo capo di battaglia nella guerra tra Francia e Spagna e venne conquistato e quasi completamente distrutto nel 1554 da Cosimo I de’ Medici, il quale ordinò che tutto il suo sistema difensivo venisse raso al suolo. Perfino l’Archivio cittadino fu bruciato sulla pubblica pazza, condannando questo luogo glorioso a un graduale oblio della sua storia più antica.
Salendo in auto il primo punto di accesso al paese è Porta di Borgo, l’unica rimasta delle sette che consentivano l’ingresso al Castello. Subito Oltre, sulla sinistra si trova il convento della Visitazione con la chiesa romanica di S. Maria a Ripa del XII secolo. Fondato da un gruppo di donne montecatinesi, poi passato alle monache agostiniane e infine a quelle benedettine, il convento è rimasto chiuso al mondo esterno per molti anni. Da poco ha riaperto i battenti, mantenendo però la sua atmosfera di mistico raccoglimento.
Oggi, dove un tempo s'innalzavano le robuste mura, una lunga passeggiata, come un'aristocratica terrazza, cinge la cima del colle e domina dai suoi quasi 300 metri di altitudine tutta la Valdinievole e i castelli che le fanno corona. Gli stabilimenti termali di Montecatini emergono dal verde ai suoi piedi, il tracciato di viale Verdi è immediatamente identificabile, così come gli edifici principali, le chiese, gli alberghi, le strutture sportive. Lungo questa piacevole passeggiata perimetrale si innestano gli stretti vicoli lastricati che, con una breve salita, introducono all'interno del borgo, congiungendosi in piazza Giusti.
La piazza colpisce per la sua atmosfera intima, da salotto buono, con le piccole botteghe artigiane e i caratteristici locali i cui tavolini occupano quasi l'intera area: vi si può gustare una squisita cucina toscana o semplicemente farsi vincere dalla tentazione di assaggiare la famosa “fett'unta”, a base di pane toscano e olio di frantoio. Incastonate fra le costruzioni si possono ammirare: a sinistra la torre di Ugolino, che diede i natali, nel 1345, al celebre Ugolino di Giovanni Caccini, detto da Montecatini, il medico che per primo studiò le acque termali elogiandone le straordinarie doti terapeutiche; a destra la torre Tavarnelli, che ospita una piccola cappella del Quattrocento, oggi dedicata ai Caduti ma originariamente consacrata alla Vergine, rappresentata in un affresco tra i Ss. Giovanni Evangelista e Giovanni Battista. Verso il fondo della piazza, di fianco al Monumento ai Caduti, sorge il Palazzo di Giustizia o del Podestà, arricchito da stemmi medievali in pietra. Di gusto eclettico è invece il Teatro degli Accademici Risorti, realizzato nel 1820, sotto il quale si trova la Loggia del Parlascio, usata originariamente per assemblee e mercati.
Salendo per una ripida stradina, via della Rocca, ci si dirige verso la propositura di S. Pietro Apostolo. Prima di entrare nella chiesa è d'obbligo però una breve sosta per ammirare nuovamente il panorama unico. Appena sotto l'edificio religioso si trova anche la casa di Giuseppe Giusti.
Anticamente intitolata a S. Michele, se ne riportano tracce già nel 716. La chiesa, a tre navate, venne ricostruita nel XII secolo quando divenne pieve, nuovamente modificata a seguito dei danneggiamenti subiti con l'assedio fiorentino nel XVI secolo e rinnovata nel Settecento, in stile barocco, da Antonio Zannoni. L'ultimo restauro del secolo scorso ha riportato alla luce gli originali capitelli romanici inglobati nei pilastri. All'interno, un Crocifisso in pietra della fine del XIV secolo, il fonte battesimale del 1580 e un organo con elementi dello stesso periodo. Vi si possono ammirare una Natività di Andrea del Sarto e pregevoli opere di Jacopo Ligozzi e di Santi di Tito. Il Museo di Arte e Arredi Sacri ospita anche il Trionfo di Cristo, attribuito alla scuola dell'Orcagna: largo ben 7 metri, il dipinto è stato reso all'antico splendore da un recente restauro.
Due tele riproducono scene della vita e del martirio di S. Barbara, patrona della città di Montecatini, festeggiata il 4 dicembre, della quale si conserva anche un prezioso reliquiario con la parte superiore del teschio. Superata la chiesa con il suo campanile ricavato da una torre di guardia, saliti pochi gradini, le quattro Armi poste sotto la protezione della santa (Vigili del fuoco, Artiglieria, Genio militare e Marina) le hanno dedicato un singolare monumento, oltre il quale ci si trova all'ingresso della Rocca.
Un unico accesso immette nella Rocca, una grande piazza d'armi completamente protetta da alte mura e dalla torre del Maschio e resa più suggestiva da una cerchia esterna di alti cipressi. Usciti, si può continuare il sentiero e riprendere, più in basso, la via delle Mura, oppure ritornare alla piazza Giusti e dirigersi verso lo sperone opposto della collina, conosciuto come “il Carmine”. Lì un tempo esisteva una seconda fortificazione, denominata Castel Nuovo o Castel Lemmi, poi distrutta e sostituita dal Convento dei Carmelitani, Questo, fondato nel 1296, incorpora anche la chiesa dei Ss. Jacopo e Filippo, dove, oltre a pregevoli dipinti del Seicento, si trovano dieci statue in terracotta raffiguranti santi carmelitani a grandezza naturale. L’unica traccia dell’antica fortificazione è la torre “de' Lemmi”, conosciuta anche come “Torre dell’Orologio” poiché alla cui sommità è stato inserito un originale orologio a sei ore dell'Ottocento. A dominare la vallata verso mezzogiorno si eleva l'oratorio di S. Sebastiano, a una sola navata, con un piccolo portico sorretto da colonne in pietra. Scendendo all'interno dell'abitato, in direzione del centro del borgo, s'incontrano tracce di altre torri, nascoste tra le mura di case e giardini, che si armonizzano con alcuni edifici privati in stile liberty, quasi tutti restaurati.